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Home  >  BuildAForest • Image • Racconto • satoyamamusic • Storia  >  Penza, il quarto racconto
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Penza, il quarto racconto

Gabriele Posted on16 Maggio 202016 Maggio 2020 BuildAForest, racconto, satoyamamusic, storia Leave a Comment 150 Views

Non ho mai visto così tanti tipi di ghiaccio come in Russia.

Mi sforzo di pensare ai tipi di ghiaccio che si trovano in Italia e mi vengono in mente : quello che metti nello Spritz a forma di cubetti, quello che ti si forma sul vetro della macchina e sei costretto a togliere di mattina prima di andare al lavoro (è la mia classica scusa quando arrivo in ritardo), poi c’è quello che si forma sull’erba le mattine d’inverno (in realtà è brina quindi, via dall’elenco!), c’è anche il ghiaccio che si forma sull’asfalto e sei obbligato a rallentare così tanto che qualche volta ti superano anche i ciclisti, c’è poi il ghiaccio all’interno del freezer che mi ricorda che dovrei scongelarlo prima o poi.

In Russia ci sono tanti tipi di ghiaccio; molti di questi in Italia non li ho mai visti.

Sulla transiberiana ad ogni stazione c’è l’addetto rompighiaccio-togli neve. Quasi sempre è piccolino con un lungo martello in mano. Ha un pesante cappotto e un colbacco con una spilla con il simbolo della ferrovia statale russa: una chiave inglese che si incrocia con un martello, che ricorda il simbolo più famoso dell’unione sovietica.

Martella il ghiaccio attorno alle ruote e vicino agli ingranaggi del treno.
Capisci di essere arrivato in stazione innnzitutto dal rumore del martello sul ghiaccio dell’addetto rompighiaccio-togli neve.
Il ghiaccio che mi ha più colpito, è però quello su cui non si scivola. Si trova sopra le strade e, avendo assorbito tutto lo smog e la polvere, è di un colore grigio, quasi nero.

In questi giorni di chiusura e attesa ci sentiamo spesso scivolare e qualche volta ci manca la fantasia e la sensazione di sicurezza. Io penso al ghiaccio Russo, quello di colore grigio quasi nero. Lì sopra , anche se sembra impossibile e paradossale, ci si sente con i piedi ben saldi al terreno; vi assicuro che non si scivola.

Foto scattata da Davide Menarello
Racconto scritto da Luca Benedetto

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