Queste sono le scale del locale di Ekaterinburg, città ad est della catena montuosa degli Urali, città di confine tra la Russia europea ed il grande Est che aspettiamo. Europa ed Asia.

Se si tolgono i ritratti fotografici alle pareti, le luci che le illuminano e il corrimano dipinto di rosso sono delle scale normali. Scale normali. I tubi del gas sono incastrati nei gradini. Qualche designer o esperto di architettura d’interni descriverebbe la parete di mattoni rossi con l’inglesismo stile industrial.

Per trasformare delle scale normali in delle scale che possono raccontare delle storie basta appenderci dei ritratti di persone, o in questo caso persone che suonano. Sono sorridenti, ispirati, coinvolti, concentrati con gli occhi chiusi, qualcuno è riflesso nel nero lucido del pianoforte e qualcun altro ha le mani chiuse in segno di ringraziamento. Tutti, proprio come noi quella sera, sono scesi per quelle scale prima di salire sul palco ed essere applauditi e richiesti. Scendendo le scale, hanno guardato la parete in stile industrial e forse hanno pensato: “forse un giorno ci sarò anche io appeso li”.
Hanno montato gli strumenti, scaldato la voce e dato il meglio per il pubblico di Ekaterinburg città confine tra Europa ed il grande est che sembra sempre più vicino.

Nella vita e nella musica ci sono tante scale, qualcuno è circondata da bellissimi ritratti alle pareti, qualcuno è di legno vecchia e cigolante, qualcun’altra è di pietra dove hanno camminato cavalieri, dame e cortigiani. Altre scale sono a chiocciola, strette e divertenti, devi stare attento a non scivolare, altre sono sontuose e grandissime, ti fanno entrare in grosse camere di sfarzose ville.

Poi ci sono le scale che non sai se scendere, forse sono instabili e pericolose ed allora ti ritrovi a pochi passi da loro ad aspettare e scegliere. Scegliere, se sei fortunato, perché, alcune volte, le scale le devi scendere per forza, oppure le scendi a forza perché forse qualcuno ti obbliga. Sai che ogni passo ti porta al gradino successivo ma non sai mai quale gradino sarà l’ultimo; ogni passo è una scoperta dicevano.

Se le scale le fai con qualche amico ti sembrano sempre meno ripide. Se nelle scale metti tocchi di creatività, come delle foto o dei mancorrenti colorati, facendole, ti senti più spensierato. Ti senti più tranquillo se, nelle scale c’è bellezza, anche in piccoli oggetti o particolari, non devi essere per forza un designer o un esperto di architettura d’interni, basta un tocco di colore o un piccolo particolare di semplicità; tanto, le scale normali hanno tutte uno stesso pregio che te le fa apprezzare da qualsiasi angolo tu le guardi: scendono e salgono.

Foto scattata da Davide Menarello
Racconto scritto da Luca Benedetto

Grazie al contributo di MiBACT | SIAE nell’ambito del programma “Per chi Crea”

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